I primi a studiare gli effetti dei clorofluorocarburi furono
Frank Sherwood Rowland, Mario Molina e Paul Crutzen
insigniti del Premio Nobel per la chimica.
Mario Molina e Frank Sherwood Rowland |
I CFC erano considerati composti
stabili e quindi sicuri: Rowland, con l’aiuto di un assistente, scoprì però che
quando questi gas venivano trasportati nella stratosfera, quindi a grandissime
altezze, la luce solare poteva causare una reazione che portava il CFC a
scomporsi. Uno degli elementi nei quali i CFC si scomponevano poteva innescare
una reazione chimica che poteva causare la distruzione dell’ozono. All’epoca
era già ben conosciuta l’importanza dell’ozono, gas che avvolge la Terra e la
ripara da alcune delle radiazioni ultraviolette più intense e pericolose tra
quelle emanate dal sole. In altre parole, Rowland aveva scoperto che i CFC stavano
mettendo seriamente a rischio l’integrità dell’atmosfera terrestre.
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